VINOWAY – APPIUS 2014, Hans Terzer e la quinta edizione del suo sogno di vino
Articolo pubblicato a dicembre 2018 su Vinoway.com (https://bit.ly/2pFTq8v)
Per la cabala il numero cinque è simbolo dell’intelligenza, del dinamismo e della curiosità. Per la smorfia napoletana è la mano, le 5 dita, come simbolo di creatività, il punto di contatto tra sogno e realtà. Per gli induisti rappresenta Shiva, i suoi 5 volti, la padronanza sui 5 elementi, acqua, aria, terra, fuoco, etere e i cinque sensi che si elevano per gli alchimisti a quintessenza, la forza vitale, in numerologia rappresenta l’armonia e l’equilibrio, il numero della grazia divina.
Chissà se, inconsapevolmente o no, Hans Terzer, dal 1977 Kellermaister di Cantina San Michele Appiano, si è ispirato proprio al significato del cinque per la quinta edizione di APPIUS, il suo vino da sogno.
Presentata in occasione del 27° Merano WineFestival, la cuvée dell’Appius 2014 esprime l’apice qualitativo della cantina e del lavoro dei 340 soci della cooperativa del comune di Appiano sulla Strada del Vino (Bz), da cui Hans seleziona personalmente, sulla base di criteri sia personali sia oggettivi, dai vigneti più vecchi le uve atte a rappresentare il meglio che l’annata possa esprimere.
Seppur specchio dell’annata più difficile degli ultimi decenni, questo è il miglior millesimo prodotto, risultato soprattutto di un lavoro in vigna sempre più attento e scrupoloso, che nel 2014, in particolare, è stato determinante per ottenere e riunire in un unicum armonico il meglio dell’annata.
Per il quinto anno consecutivo sono ancora una volta i vitigni a bacca bianca i protagonisti dell’esclusiva assemblaggio, con la netta predominanza dello Chardonnay (65%) a cui si aggiungono Pinot Grigio (15%), Pinot Bianco (8%) e Sauvignon Blanc (12%), che danno vita ad un Appius molto elegante, e soprattutto dotato di una finezza ineguagliabile, sottile e più diretto, meno grasso ma con grandi doti di freschezza.
Per la fermentazione alcolica, malolattica e maturazione sui lieviti si utilizzano barrique e tonneau, l’assemblaggio avviene dopo quasi un anno, dopo di che è previsto un ulteriore affinamento per tre anni in tini di acciaio inox.
In quest’annata l’impatto aromatico del legno è molto più lieve, lascia maggior spazio al frutto fragrante, pera e pesca) ed a una vena speziata dal respiro balsamico. Nel suo sorso lungo, sapido e ben bilanciato si ritrova l’Alto Adige migliore.
Un’armonia sensoriale e gustativa perfetta che ritroviamo anche come fil rouge nella sua etichetta, ideata e realizzata da Life Circus di Bolzano che raffigura la propagazione degli ipertoni, i suoni più nobili che uno strumento può produrre, la cui somma dà luogo proprio all’armonia. Come sempre la tiratura è limitata, 6.500 le bottiglie prodotte quest’anno.
Interessante è degustare i vini più rappresentativi ideati da Hans abbinati ai piatti preparati da Herbert Hintner, da oltre 30 anni stellato Michelin con il suo ristorante Zur Rose di San Michele Appiano. Si sa che l’Appius non è un vino da aperitivo ma ha bisogno del giusto abbinamento per rendere al meglio.
Inizio affidato a quello che possiamo considerare la prima idea di Appius, Alto Adige Bianco Vino del Centenario 1907-2007, una cuvée dei tre pinot a bacca bianca (grigio, bianco e chardonnay) creata per gli amici della cantina di Appiano in occasione del centenario della stessa. Un vino che conserva una buona freschezza, ricco, maturo, con quelle sue note di gesso bianco e quarzo che lo rendono molto interessante. Un sorso minerale, iodato e a tratti salmastro abbinato al Salmerino Marinato con insalatina di arance e finocchio.
Si è proseguito con l’Appius 2010, la prima edizione di questo progetto, un vino che anno dopo anno regala sempre qualche sensazione diversa. 70% Chardonnay con aggiunta di Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon Blanc. Molto criticato per le sue note invasive di legno, si è leggermente ammorbidito, equilibrato, ma certamente ha bisogno ancora di qualche anno per esprimersi al meglio, seppur le note tostate e vanigliate si sono meglio integrate alle componenti fruttate. Un vino molto netto, verticale, pulito, che conserva tanta freschezza e opulenza, e che ha nobilitato un piatto principesco come la Zuppa di castagne, cavolini di Bruxelles e formaggio di Malga.
Il Risotto con variazione di verdure è lo sparring partner ideale per il Sauvignon The Wine Collection 2015. Il primo vino di una nuova collezione speciale di sole 3.000 bottiglie a rappresentare la massima espressione di un monovitigno. La scelta d’esordio non poteva che essere un Sauvignon, la varietà di cui Hans non solo è l’indiscusso punto di riferimento ma possiamo dire anche il suo preferito. Un metodo diverso rispetto alle altre produzioni di San Michele Appiano, 3 giorni di skin contact, pressatura soffice, 12 mesi in tonneau, poi altri 12 mesi in acciaio a cui ha fatto seguito un periodo di affinamento in bottiglia. Uva spina e fiori dolci (ginestra, acacia) al naso, la frutta a polpa gialla si mostra pian piano ma è la freschezza dell’agrume che alla lunga si impone, lasciando nel finale spazio a sensazioni speziate, mentolate e balsamiche. In bocca è minerale e sapido, il palato si fa avvolgere dolcemente dalla ricchezza del frutto e dalla sua componente alcolica.
Dell’Appius 2014 è esemplare l’abbinamento con la Sogliola fritta alle erbe, patate e salsa ai capperi e limone.
Come da tradizione il fine pasto è affidato al Passito Comtess Sanct Valentin 2017, l’”eiswein” della casa, che solo per una precisa scelta di marketing è stato chiamato passito. San Michele è stata la prima cantina altoatesina alla fine degli anni Ottanta a proporre un vino del genere, le uve (90% Gewürztraminer, 5% Riesling, 5% Sauvignon) vengono raccolte nei giorni antecedenti il Natale e fermentano in acciaio. L’oro di Appiano ha il sapore della frutta matura, un po’ esotico e leggermente speziato, dolce sì al palato ma con una vena acida che lo rende molto morbido e soprattutto non stucchevole. Da abbinare a Tortino al cioccolato bianco, mela cotogna e gelato alla cannella.
Cosa ci attende nel 2019? Ancora una cuvée bianca ma con l’aggiunta di Riesling, oppure il primo SuperSüdtiroler rosso della Cantina? Merlot, Cabernet, Lagrein? Attenderemo speranzosi e fiduciosi il prossimo Appius con la consapevolezza che ormai dopo 5 anni il vino da sogno di Hans si è trasformato in una splendida realtà.
[Photo Credit: Antonio Cimmino; Oskar Da Riz; Stol.it]
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