Baglio di Pianetto protagonista dell’evento FISAR Milano #UnProduttorealmese

Articolo pubblicato a luglio 2015 su LorenzoVinci.ilgiornale.it (https://bit.ly/2Qwrv2t)

Lo scorso giovedì 25 giugno la Cantina Baglio di Pianetto è stata la protagonista del primo appuntamento del ciclo #unproduttorealmese, ideato da Fisar – Federazione Italiana Sommelier, Albergatori e Ristoratori – delegazione di Milano.

Insieme al ciclo #unterritorioalmese e #unvitignoalmese Fisar Milano intende, sì offrire un percorso di formazione pratica solido, variegato e su diversi livelli di complessità, ma soprattutto raccontare agli appassionati le eccellenze enologiche del nostro paese, rappresentando così al meglio il legame che s’instaura tra il produttore, il suo territorio e i suoi vitigni, con lo scopo ultimo di avvicinare, in maniera consapevole, molte più persone a questo mondo diVINO!

Il racconto inizia dalla Sicilia e dalla cantina fortemente voluta dal Conte Paolo Marzotto verso la fine degli anni novanta. Il suo obiettivo era di esaltare l’unicità del terroir siciliano ma ispirandosi di più alle tradizioni vitivinicole degli Chateax dei nostri cugini transalpini. Una scelta che, probabilmente, ha fatto un po’ storcere il naso a qualcuno. Ma in questo mondo l’importante è avere chiaro l’obiettivo, seguire i propri principi ed andar per la propria strada, che se anche non incontrasse i gusti di tutti sicuramente appagherebbe i sensi del produttore stesso.

Nelle due contrada appartenenti a Baglio di Pianetto, convivono vitigni alloctoni e autoctoni, i bianchi Insolia, Catarratto, Viognier e i rossi Merlot, Petit Verdot, Cabernet Sauvignon nella Contrada Pianetto, situata nel comune di Santa Cristina Gela, zona della DOC Monreale, i cui vigneti si trovano ad un altitudine media di circa 650 metri sul livello del mare. Mentre Nero d’Avola, Frappato, Syrah e il bianco “Moscato giallo” sono “allevati” in Contrada Baroni, nel comune di Noto, a pochi metri dal mare. Grande sostenibilità del territorio, con regime di agricoltura biologica in vigneto, mentre in cantina il biologico è in fase di certificazione.

Ben sei i vini “raccontati” durante la serata da Alberto Stella, giovane enologo e Wine Ambassador dell’Azienda.

Si parte con il Ficiligno 2014, il bianco nato dal matrimonio al 50% tra Insolia e Viognier. La particolarità di quasi tutte le vinificazioni di Baglio di Pianetto è che la raccolta delle uve avviene sempre in tre momenti diversi, quindi tre vendemmie. La prima, leggermente anticipata, per dare un po’ più di freschezza, la seconda quando l’uva raggiunge una corretta maturazione tecnica e l’ultima in leggera surmaturazione per donare qualche nota più esotica. Le vinificazioni avvengono separatamente, tutte e tre in acciaio e sur lie, e l’assemblaggio delle diverse cuvée avviene solo un mese prima dell’imbottigliamento. Al naso si senton sbocciare tutti gli agrumi in fiore della Sicilia, fiori bianchi, in particolare la zagara. Con il passar del tempo vengon fuori delle note mentolate. Un vino morbido, caldo, ma al contempo fresco e sapido, ed il finale di una buona persistenza aromatica

Il Ginolfo 2011 è un Viognier in purezza. Anche in questo caso tre vendemmie separate, ma con ben il 30% delle uve in surmaturazione. Queste ultime affinano per nove mesi in legno sulle proprie fecce fini. Un piccolo residuo zuccherino fa sì che sia leggermente più morbido del Ficiligno. La surmaturazione ne esalta le note esotiche di banana e mango,  mentre l’unione con in legno fa evincere note di caramella mou unita a nuance di vaniglia, e un leggero sentore di tostatura. Per il resto miele e note di erbe aromatiche, di muschio che si liberano nell’aria. Sul finale il lungo affinamento fa emergere delle note d’idrocarburo di chiara memoria renana!

Dall’unione, non solo nel nome, tra Syrah e Merlot nasce lo Shymer. L’annata degustata è la 2011. È l’insieme dei due territori, quello di Noto e di S. Cristina Gela, ma anche l’amalgama tra spezie, pepe, ginepro, chiodi di garofano e frutti rossi (ciliegie, marasche), tra i fiori di geranio ed il cuoio, il tabacco e la vaniglia, grazie anche ai dodici mesi di affinamento in barrique, parte nuove e parte di secondo e terzo passaggio. Al palato si mostra un po’ astringente, ma, seppur con un tannino ancora verde, alquanto elegante. Un vino complesso, potente, il legame indissolubile tra Sole e Terra della Sicilia!

Il Ramione 2011 è un assemblaggio tra il Merlot e il paladino della Sicilia, quel Nero d’Avola che, dopo anni di inflazionata sovraesposizione, grazie alla lungimiranza di alcuni produttori, sta ritornando ai fasti del passato, in virtù vinificazioni più caratteristiche del territorio e che rispettino l’eccellenza di questo vitigno. Quest’accoppiata dà al Ramione la morbidezza e la freschezza del Merlot tipico di queste zone, ma una “freschezza pungente” grazie al Nero d’Avola e alle sue note di anice stellato, di carruba e di piccoli frutti rossi alla pinot nero. Un vino potente che seppur abbia trascorso sedici mesi in barrique ha ancora bisogno di esser addomesticato!

La trilogia dei rossi si chiude con il fiore all’occhiello di Baglio di Pianetto, il Cembali 2007, “Il Nero d’Avola” in purezza da uve surmature. Bassissima resa per ettaro, circa 28 ettolitri, anche per merito dei vecchi vigneti ad alberello. Fermenta in piccoli serbatoi, affina per il primo periodo circa nove in barriques nuove di Allier, in seguito trascorre sei mesi in acciaio inox dopo il taglio, per poi terminare l’evoluzione per altri dieci 10 mesi in botti da 25hl e successivamente in bottiglia. Questo Nero d’Avola è un vino un po’ arrogante, nella sua complessità ha bisogno di tempo per aprirsi e mostrarsi con il suo vestito migliore, quel profumo di fico misto a note balsamiche su un manto di bacche di ginepro e ciliegie mature, liquirizia e prugna cotta. In lontananza si percepiscono sentori di carruba che poco a poco con il passar del tempo diventano sempre più intensi.

Un vino intenso, ricco, di gran struttura che mette in mostra il suo carattere, la sua forza, ma che si veste elegantemente per mettersi in mostra sulle passerelle internazionali.

Come di consueto chiusura in dolcezza o quasi. Normalmente da un moscato siciliano ci si attenderebbe tanta dolcezza, invece il RA’IS Moscato di Noto 2011, è una versione di moscato giallo dal ridotto contenuto zuccherino residuo. Una freschezza che invoglia quasi a voler dissetare noi astanti. Un passito molto equilibrato, note di albicocca disidratata e buccia d’arancia caramellata che vengono “rinfrescati” da sentori di menta e salvia. Un passito da osare anche in qualche abbinamento non convenzionale.

Un primo appuntamento questo di FISAR decisamente interessante che ci fa rimanere connessi e impazienti verso nuove iniziative. Magari sempre meno formali e per addetti ai lavori ma più dirette a coinvolgere anche chi ha voglia e curiosità di avvicinarsi al vino ma che rimane ai margini e non osa. Appassionati e timidi, specialisti e principianti accomunati dalla convinzione che il vino è “un valore reale che ci dona l’irreale”.

[Photo Credit: Antonio Cimmino; Gianpaolo di Lernia]
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