Corriere del Vino – NAMA 2018, l’haute couture da bere di NALS MARGREID

Articolo pubblicato a dicembre 2021 su Corrieredelvino.it (https://bit.ly/3hCFjbv)

Durante lo scorso Merano Winefestival, 30ª edizione finalmente in presenza, è stato presentato il nuovo superwine della cantina Nals Margreid, il NAMA 2018. Padrino della serata Helmuth Köcher, The WineHunter nonché patron della manifestazione meranese, che ha dichiarato: “Sono convinto che questo vino, il NAMA, sia un prodotto unico. Ricordo ancora le parole di Sebastian Stocker che già negli anni ‘80 ci diceva che il futuro dell’Alto Adige era lo Chardonnay. Questo ne è la prova.”

Helmuth Köcher – Patron Merano WineFestival, Gottfried Pollinger – Direttore Commerciale Nals Margreid, Harald Schraffl – Enologo Nals Margreid, durante presentazione NAMA 2018 alla Sky Spa Hotel Terme Merano (Photo credits Canio Romaniello)

Un Supersüdtiroler frutto della grande esperienza ed estro degli uomini dell’azienda e di un’intensa e attenta ricerca sul territorio delle microzone più vocate, un prodotto che ben rispecchia il carattere dell’area e del terroir alpino in un contesto internazionale. Una Cuvée – Südtirol Adige Adige DOC Bianco la sua denominazione – risultato dell’assemblaggio proprio di 90% di Chardonnay, 7% di Pinot Bianco e 3% di Sauvignon, della quasi centenaria cantina cooperativa che ha sede a Nalles. Un vero Atelier Natura, un luogo che sa di eleganza, creatività, esclusività, unicità e cura, immerso nella natura di un paesaggio incontaminato che circonda la cantina.

Un luogo in cui vengono prodotte, raccolte e tessute uve provenienti da vari vigneti distribuiti su tutto il territorio altoatesino. Che siano utilizzate per linea classica, per quella selezione o per l’haute couture di altissima qualità, sono tutte uve uniche e diverse tra loro per specificità dei terreni e del clima del luogo di origine, diverse collezioni dallo stile inconfondibile in cui ogni vino ha un nome proprio, simbolo di quel legame tra il vignaiolo e il suo territorio.

Entrata cantina Nals Margreid (Photo credits Helmuth Rier)

Le origini di Nals Margreid risalgono al 1764, data incisa ancora sul pavimento dell’edificio storico della cantina, ma la cooperativa, così come la conosciamo oggi, nacque nel 1932, quando venne acquisita da 32 famiglie di viticoltori che si associarono per fondare la nuova cantina sociale di Nalles. Oggi i soci sono diventati 138, mentre gli ettari vitati sono 160, che si estendono, appunto, tra Nalles, ai piedi della collina Sirmian tra Merano e Bolazano, e Magrè, in Bassa Atesina, attraversando le aree vitate della Valle dell’Adige e dell’Oltradige.

Vigneti della cantina Nals Margreid (Photo credits Helmuth Rier)

Aree vitivinicole diverse l’una dall’altra nelle quali crescono i vitigni più rappresentativi del territorio e della storia della cantina stessa, ovvero proprio quel Pinot Bianco, Chardonnay e Sauvignon sui cui è caduta la scelta del kellermeister Harald Schraffl per comporre la nuova cuvée Nama. Un progetto nato nel 2010 in cui Harald non ha solo ricercato i vigneti più adatti ed equilibrati, ma si è impegnato nel seguirli con cura perseguendo una filosofia di sostenibilità in cui tutta la cantina crede e investe da sempre.

Harald Schraffl, Enologo/Kellermeister di Nals Margreid (Photo credits Canio Romaniello)

Lo Chardonnay cresce a Magrè tra i 220 e i 350 metri di altitudine su terreni calcarei bianchi, mentre il Pinot Bianco e Sauvignon su dei terrazzamenti, anche porfirici, che dominano Nalles, ad un’altitudine tra i 500 e i 700 metri. Le uve sono tutte raccolte e selezionate a mano, e vinificate separatamente. Le fermentazione e gli affinamenti (18 mesi di durata) avvengono in piccole botti di rovere, al cui termine vi è l’assemblaggio. Riposa prima 9 mesi in serbatoi di acciaio, e poi oltre un anno in bottiglia.

NAMA CUVÉE 2018 SÜDTIROL ALTO ADIGE DOC

Alla vista si presenta di un giallo paglierino brillante impreziosito da luminose screziature dorate. L’olfazione è intrigante, fatta di immediatezza e grande densità, si sente lo Chardonnay con quel suo dolce fruttato di pesca, caco e melone, che lascia spazio all’agrume del cedro e a quelle sensazioni iodate dei grandi Pinot Blanc, per poi chiudere sul timbro selvatico del Sauvignon, fatto di alloro e salvia che qui si fa balsamica. Il sorso è pulito, al palato c’è tensione ed espansione, un up&down tra fresco e salato, con il ritorno di quelle sensazioni amarognole che nobilitano il sorso e ne allungano il finale.

Solo 2.000 bottiglie per questo eloquente manifesto dell’alta moda sartoriale enologica dell’Alto Adige-Südtirol.

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