PDV – Vinitaly 2022: i nostri migliori assaggi [seconda parte]

Articolo pubblicato a maggio 2022 su IlProfumoDellaDolceVita.com  (https://bit.ly/3nKSu0q)

Riprendiamo il resoconto degli assaggi più interessanti del Vinitaly 2022 continuando da dove eravamo rimasti, ovvero, stessa regione e stessa impronta innovativa: Villa Bogdano 1880. Le basi del suo Prosecco Brut Nature Doc 2020 maturano 6 mesi sui lieviti in vasche di vetro-cemento, mentre la seconda fermentazione con metodo Martinotti dura oltre 3 mesi, il risultato è uno spumante fine, elegante e persistente seppur molto magro; il 186 Refosco Dal Peduncolo Rosso Riserva 2017 della DOC Lison Pramaggiore all’olfatto richiama i fiori di violette e sentori di prugna, il balsamico timbra il palato, mentre il tannino morbido e setoso lo accarezza.

Un Veneto molto più classico lo ritroviamo nei vini di Sartori, anche nel suo unico bianco tra i rossi veronesi: Marani 2020, una garganega in purezza dalla forte personalità ed eleganza che non rinuncia alla tecnica dell’appassimento; Regolo 2019, Valpolicella Ripasso Classico Superiore DOC, è senza dubbio il vino più iconico di Sartori, non solo perché nel nome richiama Regolo Sartori che contribuì in maniera decisiva allo sviluppo della cantina, ma per aver fatto conoscere nel mondo il “vigneto Valpolicella”. In quest’annata è più diretto e slanciato del suo solito, con un Regolo 2000 che si presenta ancora in splendida forma, integro, piacevole e composto; infine il Corte Brà 2013, l’Amarone della Valpolicella Classico Riserva che raccoglie i frutti della storica vigna situata nel giardino della seicentesca Villa Maria, esprime grande potenza ma al contempo estrema eleganza e persistenza.

In Alto Adige per il miglior pinot nero d’Italia con Anrar 2019 Pinot Noir Riserva di Cantina Andriano che nell’ultimo concorso nazionale, 24ª edizione che si è svolta ad Egna (Bz), si è classificato appunto al primo posto. Prodotto con uve di un unico vigneto situato a Pinzon a 470 metri s.l.m. su suoli calcarei, una parte viene vinificato a grappolo intero per estrarre un frutto più preciso e delicato. Questo procedimento e il successivo affinamento in barrique per 12 mesi permettono di ottenere un tannino estremamente delicato e raffinato. Una struttura elegante e un frutto netto e geometrico in bocca caratterizzano il dna del pinot nero della cantina sociale più antica dell’Alto Adige.

Rimanendo in zona non da meno è il Pinot Noir Riserva Fallwind 2019 di Cantina San Michele Appiano. Fallwind, il rebranding della linea selezione che ha debuttato al Vinitaly, rappresentare il vento di caduta che caratterizza tutta la zona di coltivazione della cantina cooperativa dell’Oltradige. “Ventus ferat, Ventus creat”, un vento che soffia ogni giorno e veglia sui vigneti, in grado di creare il microclima perfetto per dei vini caratterizzati da freschezza, proprietà aromatiche e longevità. Fermentazione in acciaio e un anno di affinamento in piccoli legni usati, a cui segue l’assemblaggio delle varie partite ed un’ulteriore maturazione in botti di cemento. Al naso piccoli frutti rossi – lamponi, fragole – , il sorso è pieno, materico, tannino fine ma ben presente.

Il terzo moschettiere del vitigno originario della Borgogna è prodotto in Oltrepò pavese: Noir 2018 di Tenuta Mazzolino. Elegante e corposo, affina per 12 mesi in barrique, affascina per i suoi sentori di frutti di bosco rossi maturi e per il suo palato vibrante e vitale. Il tannino è equilibrato e vellutato con un finale persistente che ritorna su quelle sensazioni di un’arancia sanguinella che richiamano una beva a tratti compulsiva.

Tutta la bellezza e potenzialità della Calabria enoica nei vini della linea Le Tenute di LibrandiEfeso 2020 è un mantonico in purezza in cui il sapiente uso del legno in fermentazione e il susseguente affinamento “sur lie” di 8 mesi in rovere di Allier regalano un bianco complesso, opulento ma dinamico, di ottima persistenza e grande longevità; Megonio 2019 è un rosso 100% magliocco dalla grande personalità e struttura; infine il Gravello 2019, superwine ante litteram che ha segnato la storia del vino calabrese e la rinascita della viticultura meridionale, nato alla fine degli anni ‘80 da un uvaggio di Gaglioppo e Cabernet Sauvignon (60/40), gioca sui sentori fruttati e fa della beva agile, sapida e persistente il suo punto di forza.

Ultima tappa in Toscana. Si parte dal Chianti Classico con chi, non solo nel nome, ha fatto grande questo territorio, Ricasoli e i suoi Gran Selezione 2019: Il Castello di Brolio GS 2019 è balsamico e dalla trama tannica sapida; il Colledilà GS 2019 dalla grande freschezza e dal tannino sontuoso; il Roncincone GS 2019, tannino più potente ed esuberanza da tenere a freno; il CeniPrimo GS 2019, tanta spalla ed una lunghezza gustativa fuori dal comune.

Un salto da Tenuta Sette Ponti della famiglia Moretti Cuseri per la nuova annata dell’Oreno 2019 che anche in etichetta celebra i 20 anni di storia del blend composto da una selezione delle migliori uve di merlot (50%), cabernet sauvignon (40%) e petit verdot (10%), dotate di grande struttura e grande concentrazione aromatica. L’olfazione è intensa e complessa, piccoli frutti neri maturi si alternano ad un floreale a tratti appassito, le note balsamiche di eucalipto si fondono al profumo della mina da matita; al palato è avvolgente, succoso, tannini eleganti e lunga persistenza. Un vino equilibrato di grande intensità, spessore e longevità.

Infine a Piagge del Maiano, cuore della Maremma a due passi da Grosseto, per alcune etichette di Fattoria Le Pupille, soprattutto quelle in cui le nuove idee sul vino del giovane Ettore Rizzi, figlio di Elisabetta Geppetti, si sentono di più: il Poggio Valente 2019 è il single vineyard di sangiovese in purezza che sa di macchia mediterranea, dal gusto pieno e dai tannini fitti e setosi che si allungano su una base sapida e fresca; Le Pupille 2018 è il syrah che gioca su un dualismo end-to-end, due vigne, due vinificazioni separate, uso di tonneau aperti e orci artigianali di terracotta: frutto vivo e croccante, palato elegante e avvolgente; PIEMME 2019, l’interpretazione maremmana di petit manseng in purezza che esprime una vibrante complessità aromatica anche grazie alla macerazione in pressa per circa 16 ore e alla lunga fermentazione in legno. Al naso richiama tutti i profumi della pineta in agosto, un bianco “tutto tanto”: acidità, concentrazione, alcol. Al palato è la scossa più forte ricevuta in questa 54ª edizione.

2-5 aprile 2023 il save the date della prossima edizione.

[Crediti Fotografici: Antonio Cimmino; Veronafiere foto in copertina]

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