“Trentodoc in città” la manifestazione che ha portato a Milano le Bollicine di Montagna

“Trentodoc in città”, l’evento dedicato al metodo classico di montagna che si è tenuto a Milano dal 25 settembre al 2 ottobre, ha proposto una serie di appuntamenti per la città durante i quali è stato possibile degustare l’unico metodo classico prodotto in montagna da uve quali Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco e Pinot Meunier.
Il culmine è stato raggiunto al Westin Palace il 29 settembre con, al banco di assaggio, ben 22 case spumantistiche delle 40 aderenti al marchio collettivo territoriale “Trentodoc”. Oltre 50 etichette in degustazione che incorporano un po’ tutte le caratteristiche di queste bollicine, sans annè, millesimato e tante riserve, fino all’annata 2002.

Anche quest’anno tutte le guide enologiche hanno assegnato la maggior parte dei premi “trentini” al Trentodoc che ha invece diviso i premi riservati al metodo classico con il Franciacorta, consorzio di circa 120 produttori contro i soli 40 della provincia trentina.

Una bella rivincita ‘internazionale’ la Bollicina di montagna l’ha guadagnata alla prima edizione di “Champagne & Sparkling Wine World Championships (CSWWC)”, una nuova competizione ideata dal famoso giornalista e scrittore Tom Stevenson, con l’obiettivo di creare un annuario mondiale dei migliori Champagnes e vini spumanti.

Quest’anno, infatti, il World Champion Italian Sparkling Wine è stato assegnato proprio ad un Trentodoc, il Ferrari 2007 Perlé che si è anche aggiudicato probabilmente il premio più ambito per chi non si chiama “champagne”, ossia il World Champion Sparkling Wine outside of Champagne. Forse chissà era giusto anche per un “politically correct” assegnare questo riconoscimento alla prima DOC riconosciuta al mondo per un metodo classico, dopo lo Champagne, nel 1993.

Che dire?Un gran bel riconoscimento!

I protagonisti della serata sono stati loro, i produttori (Abate Nero, Altemasi, Bellaveder, Cantina Aldeno, Cantina Mori Colli Zugna, Cantina Rotaliana di Mezzolombardo, Cantina Toblino, Cantine Monfort, Cesarini Sforza Spumanti, Conti Wallenburg, Endrizzi, Ferrari F.lli Lunelli, Fondazione Edmund Mach, Letrari, Maso Martis, Moser, Opera Vitivinicola in Valcembra, Pedrotti Spumanti, Pisoni F.lli, Rotari, Revì e Zanotelli) e le loro bollicine di montagna che esprimono oltre un secolo di storia e i diversi terroir, caratteristiche direttamente percepite nel bicchiere! Il tutto scientificamente provato da alcuni ricercatori francesi e tedeschi.

Vini che esprimono il carattere duro e diretto della gente di montagna, ma anche accogliente e disponibile, che coltiva le proprie viti fino a 800 metri di quota, e che proprio grazie a tali altitudini e all’escursione termica alpina, riescono a conferire qualità e peculiarità intriganti in ogni calice di spumante.

Questi elementi fanno del Trentodoc un marchio riconosciuto come unico nella sua tipologia e apprezzato per la sua eccellenza qualitativa e lo stile inconfondibile.

Oltre ai miei preferiti Moser, presente al banco Francesco in persona, e Letrari con la winemaker di famiglia Lucia, da segnalare anche molti nomi altrettanto importanti.

TD_Milano_03 - LowAbate Nero, produttore nato per fare metodo classico! Produce infatti solo spumanti. Pensando al nome si potrebbe immaginare che sia stato scelto in onore di un altro abate ma di origine francese. Durante la serata abbiamo potuto degustare il suo Extra Brut s.a., il Domini Nero Millesimato 2008 (nel millesimo 2009 premiato con i 3 bicchieri gambero rosso) e il mio Abate preferito Domini Millesimato 2008, chardonnay in purezza, al naso elegante, evoluto, con sentori agrumati, fruttati, un po’ dolci e maturi che in bocca colpisce per sapidità e morbidezza.

Maso Martis, produce solo da coltivazione biologica le sue 45.000 bottiglie, tutte vendemmiate a mano, con una predilezione per i Pinot Nero.
Interessante il trittico presentato, il Dosaggio Zero Riserva Millesimato 2009, 70% Pinot Nero e 30% di Chardonnay che fermenta in barrique per circa 8 mesi, poi 48 mesi sui lieviti. Il Maso Martis Riserva Brut 2007 è la versione un po’ più evoluta, con 72 mesi di permanenza sui lieviti e utilizzando solo le migliori selezioni sia di Pinot Nero che di Chardonnay. Un naso molto intenso, deciso, di carattere accompagnato in bocca da una spiccata grassezza e una lunga persistenza. Infine il Pinot Nero vinificato in rosé Millesimo 2010, corposo e molto morbido dai classici profumi di frutti di bosco, lampone e fragoline.

Opera Vitivinicola in Val di Cembra, tra le ultime nate del marchio TrentoDoc, nasce dal desiderio di valorizzare un territorio particolarmente vocato alla produzione di uve destinate al Trentodoc. TD_Milano_02 - Low

Due Blanc de blanc versioni Brut 2009 e Nature 2008, 36 mesi di permanenza minima sui lieviti il primo (48 effettivi) e 40 mesi minimo il secondo (60 effettivi).
Profumo intenso ma delicato al tempo stesso, tra il floreale e fruttato il primo, molto più complesso e deciso il secondo, dove il sentore del lievito è più evidente.
In bocca il Brut è molto franco, pulito, equilibrato con un retrogusto leggermente aromatico. Il Nature molto più minerale, ed anche più fresco che probabilmente lo aiuta ad essere un buon compagno a tutto pasto.

La sorpresa della serata è stata Pedrotti Spumanti, una tradizione secolare in fatto di bollicine che maturano nella famosa “Grotta dello Spumante”, una piccola grotta naturale ampliata prima della Grande guerra dall’Impero Austroungarico per ospitare i comandi militari. Quello che mi ha più colpito e entusiasmato è stato il Pas Dosè Riserva 111 del 2007, nel cui nome viene riportato la storia e il connubio tra passato e futuro di quest’azienda, 111 come gli anni dalla fondazione e 1 1 1 come i tre attuali eredi che stanno portando avanti le sorti dell’azienda.
90% chardonnay, 10% pinot nero, ovviamente vendemmiati a mano; maturazione minima di 72 mesi, nessuna aggiunta di sciroppo di dosaggio per esaltare al meglio l’eleganza naturale di questo metodo classico, anche se molto complesso al naso, il tutto è supportato da gran sapidità, mineralità e freschezza.

 

E dopo la sorpresa, la certezza, le bollicine di montagna rimangono tra i miei vini preferiti!

 

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