Buon compleanno AIS

Articolo pubblicato a luglio 2017 su LorenzoVinci.ilgiornale.it (https://bit.ly/2GGI38n)

Come ogni anno, il 7 Luglio, un appuntamento immancabile nell’agenda di ogni appassionato di vino è il compleanno dell’Associazione Italiana Sommelier. Con il traguardo di 51 le candeline, anche quest’anno il taglio della torta da parte del Presidente Nazionale Antonello Maietta, di Fiorenzo Detti Presidente AIS Lombardia, e del suo vice Hosam Eldin Abou Eleyoun, che a capo della delegazione di Milano ha organizzato i festeggiamenti, si è tenuto al The Westin Palace di Milano.

È da ormai 15 anni, dove quel 7 luglio 1965 nasceva l’associazione, che questo hotel è considerato quasi la casa di AIS Milano.

A suggellare una relazione che è diventata più di amicizia e di familiarità che di lavoro, all’evento era presente anche il General Manager del Westin Palace, Francesco Brunetti.

“Di solito si usa festeggiare solo i compleanni con le cifre tonde, – come ha anche sottolineato il Presidente Antonello Maietta – ma l’dea di celebrare anche la 51ª edizione forse è nata proprio un anno fa a Milano sia durante le splendide nozze d’oro proprio al Westin sia durante il 49° congresso nazionale che si era tenuto sempre a Milano alla Diamond Tower

Un Presidente “molto molto felice” per come gli brillavano gli occhi quando chiacchierava con gli ospiti, tra cui soci, produttori, giornalisti, amici e soprattutto quando era con il suo grande orgoglio, i suoi “ragazzi” sommelier.

Tra chi ha prestato servizio, chi ha organizzato ogni dettaglio, chi ha preparato i seminari, ognuno ha svolto il proprio compito con impegno e dedizione, grande spirito associativo e sempre con il sorriso sulle labbra.

I numeri in quest’occasione parlano da soli: da 51 anni a diffondere la cultura del vino, oltre 35.000 soci e la soglia dei 40.000 iscritti sempre più vicina, 30.000 likes sulla pagina Facebook ufficiale raggiunti proprio il 7 luglio e quasi 150 aziende che han voluto partecipare a questa festa.

In Lombardia, l’associazione conta ben 11 delegazioni, di cui Milano è la più rappresentativa, “Oggi a Milano siamo più di 1800 soci, mentre l’intera Lombardia festeggia gli oltre 5200 soci. – afferma Hosam, il delegato di Milano – Questo vuol dire crescita, voglia di raccontare il vino, di comunicarlo, e la testimonianza di tutto questo è data dalle centinaia e centinaia di soci che sono accorsi per scambiarsi gli auguri, il numero incredibile di giornalisti intervenuti, e le oltre 147 aziende presenti oggi con noi. Questa è veramente una festa, vogliamo condividerla con tutti e ogni anno vogliamo rinnovarla.”.

Oltre al consueto banco di degustazione, due i momenti di approfondimento.

Il primo, dal titolo “La qualità del vino” tenuto da Luisito Perazzo, ha cercato di sviscerare i fattori che determinano la qualità di un vino, come il vitigno, il terreno, il clima, l’esposizione, l’uomo con le sue azioni, ma regalando nuovi e diversi spunti di riflessione.

Nel secondo, “Terre d’Italia: Il Lazio”, tenuto in chiusura di giornata, è salito in cattedra Armando Castagno che ha raccontato, in maniera inconsueta, questa regione vitivinicola attraverso gli occhi, le emozioni, l’amore e la testimonianza del relatore stesso che è nato, cresciuto e radicato in questi luoghi.

Ecco alcuni fugaci assaggi scelti tra il meglio del panorama vitivinicolo presente.

Spumanti

Il Franciacorta Extra Brut sans année de Le Marchesine, Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero: delicato ed elegante.

5 Cru di Chardonnay per 5 vendemmie differenti (dalla 2002 alla 2006), il risultato è il Franciaciorta Extra Brut Quinque Prima Edizione di Uberti, solo 2.540 Magnum di questo inebriante spumante.

Franciacorta Saten Brut 2011 di Ricci Curbastro, fermentazione e maturazione in barrique, 40 mesi sui lieviti, cremoso, leggermente speziato e dal finale balsamico.

Metodo Solouva per il Franciacorta Dosaggio Zero 2012 di Arcari+Danesi, lo Chardonnay in purezza ottenuto senza zuccheri esogeni, ma in tutte le fasi di vinificazione si utilizza zucchero autoprodotto sotto forma di mosto congelato.

Il vulcanico La Stipula Brut 2012, 100% Aglianico del Vulture vinificato in bianco e spumantizzato con il metodo classico da Cantine del Notaio.

Per la serie “bollicine fuori dal coro”, la Ribolla Gialla 2011 di Eugenio Collavini, un metodo Martinotti cui sono necessari ulteriori 28 mesi di affinamento sur lies prima dell’imbottigliamento, il Lambrusco Reggiano Secco Concerto 2015 di Medici Ermete da Salamino in purezza, e il Best Brut 2015 di Falesco, uno Charmat da Trebbiano, Roscetto e Malvasia che rappresenta la prima versione spumantizzata dell’Est! Est!! Est!!!, da cui il nome giocosamente reinventato.

Bianchi

Penóner 2015 di Kellerei Kurtatsch – Cortaccia, il Pinot Grigio di alta collina che cresce a oltre 600m s.l.m, il 20% è vinificato in barrique, affina in botti grandi sulle proprie fecce fini. Caldo, sapido, ma che conserva un fruttato ed una freschezza superiore al normale.

Quarz 2014 della Cantina di Terlano, eleganza e potenza, mineralità e persistenza allo stato puro, il “Sauvignon floreale che non sa di vegetale” del Südtirol.

Un Trebbiano di Lugana anomalo è il Madre Perla 2013 di Perla del Garda, complesso, intenso, strutturato e dalla lunga persistenza grazie soprattutto allo specifico terroir e 17 mesi di maturazione a contatto con le proprie fecce.

La Malvasia dei Colli Piacentini Sorriso di Cielo 2014 di La Tosa è un’opera d’arte. Vinificato fermo e secco, conserva un leggero residuo zuccherino. Una Malvasia intensa, elegante, con dolci note agrumate, non solo aromaticità e piacevolezza ma struttura, complessità e longevità. Un vino che si esprimerà al meglio tra quattro o cinque anni.

Cambrugiano 2013 di Belisario, il primo Verdicchio di Matelica Riserva Docg, un rosso vestito di bianco.

Rimanendo su questa denominazione, Jera 2011 di Borgo Paglianetto entusiasma per il suo bouquet floreale, la freschezza e una nota sapida che avvolge armonicamente tutto il palato.

Mentre con il Maceratino (o Ribona), vitigno autoctono imparentato con Il Verdicchio, che fermenta e matura in vasche di cemento vetrificato, si produce Angera 2014 Il Pollenza.

Una personalissima interpretazione del Grillo 2014 di Nino Barraco, macchia mediterranea, note fruttate e minerali che ben raccontano la tipicità del suo territorio.

Rossi

Da Serralunga d’Alba il Barolo Ornato 2011 dell’Azienda Vinicola Palladino. Un piccolo appezzamento di soli 0,3 ettari a sud del paese, un terreno molto minerale, il naso evolve verso note balsamiche, mentre al palato risulta molto salmastro. Una corposa struttura adatta all’invecchiamento.

Sorprendente il Bramaterra 2012 di Antoniotti con i suoi profondi sentori di frutti rossi maturi e la delicatezza di una spezia dolce. Fresco e dal tannino elegante.

Il Cannonau Badde Nigolosu 2012 di Alessandro Dettori, rappresenta il vino sardo di una volta, quello che i contadini e i pastori usavano a tutto pasto, dall’antipasto al dolce. Mentre Isola dei Nuraghi Barrua 2012 dellAgricola Punica, il progetto nato dalla collaborazione tra Tenuta San Guido e Cantina di Santadi, vuole raccontare un nuovo Sulcis, un vino legato sì alle tradizioni ma con un’apertura verso un futuro diverso: un Carignano a cui si aggiungono piccole quantità di Cabernet Sauvignon (10%) e Merlot (5%).

Gli alberelli pugliesi, di almeno 50 anni di età, protagonisti con Collezione Cinquanta 2012 di Cantine San Marzano e ES 2013, Primitivo di Manduria di Gianfranco Fino.

Resta sempre un privilegio poter degustare il Kurni 2012di Oasi degli Angeli, il Montepuciano di Cupra Marittima che tanto ha fatto discutere gli appassionati. Potenza e sensazioni dolci, un vino dalla lunga persistenza sintonizzata su note balsamiche, un vino intorno al quale son nati i “Kurni Boys”.

Tanta Toscana presente, difficile scegliere ma le tre preferenze vanno al Castello del Terricio 2006, un uvaggio con Syrah (50%), Petit Verdot (25%) ed altre uve rosse, al Bolgheri Superiore DOC 2013 (70% Cabernet Sauvignon, 20% Merlot, 10% Petit Verdot) di Podere Sapaio, ed infine a I Balzini Black Label 2012, Cabernet Sauvignon e Merlot in parti uguali.

Chiusura in dolcezza con il Moscadello di Montalcino Vendemmia Tardiva Pascena 2011 di Col d’Orcia.

AIS … Storia di Vino, di Cultura, di Esperienze ma soprattutto di Emozioni!

[Photo Credit: Antonio Cimmino]

 

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