Summa 20th Anniversary, una festa piena d’energia

Articolo pubblicato a aprile 2017 su LorenzoVinci (https://goo.gl/id4DZT)

Domenica 9 aprile, un giorno di festa per i 1.400 visitatori accorsi in occasione del 20° anniversario di Summa, storico appuntamento enoico organizzato da Alois Lageder, a Casòn Hirschprunn e Tòr Löwengang, Magrè (BZ).

L’evento, aperto a tutti e dedicato all’eccellenza vitivinicola internazionale, con oltre 80 vigneron, invitati personalmente da Alois provenienti da Austria, Francia, Germania, Italia, oltre ad un produttore dal Kazakhstan, uno dalla Nuova Zelanda e uno dalla Napa Valley, ha accomunato tutti dalla voglia di confrontarsi alla pari, condividendo valori quali la famiglia, l’amicizia, la sostenibilità ambientale e sociale, la passione, il talento e la voglia soprattutto di far festa, il tutto in una sola giornata, perché in fondo “Le feste belle durano un giorno” (cit.)

La grande novità del 2017 è stata la partnership con Care’s – The Ethical Chef Days, il progetto ideato da Norbert Niederkofler, chef bistellato del ristorante St. Hubertus Rosa Alpina di San Cassiano, da Giancarlo Morelli, patròn del Pomiroeu a Seregno (1 stella Michelin) e Paolo Ferretti, titolare dell’agenzia di comunicazione hmc di Bolzano che, insieme a Anatoly Kazakov, ai Fratelli Costardi, a Thorsten Probost, a Yoji Tokuyoshi, hanno deliziato gli ospiti della serata di apertura di sabato 8 aprile attraverso una Walking Wine Dinner

“L’edizione 2017 è stata per tutti un’emozione travolgente”, racconta Alois Lageder, “Questi vent’anni ci hanno permesso di creare un legame sempre più stretto con clienti e fornitori, una collaborazione che ha trovato conferma nella gioia e nell’entusiasmo con cui tutti hanno partecipato al Walking Wine Dinner la sera della vigilia. Per l’anniversario dei vent’anni abbiamo pensato di riproporre Summa nella sua formula originaria, concentrandola in un solo giorno, in modo da avere uno scambio ancora più intenso e ai massimi livelli”.

L’altra novità è stata l’apertura al pubblico dell’intera storica tenuta di famiglia del ‘500, Tòr Löwengang, la casa dei genitori di Alois, sia in onore della trentesima vendemmia del Cru Löwengang sia per far sentire gli ospiti come in famiglia. Ed è qui si è svolto uno dei momenti più interessanti della giornata, la verticale del Cor Römigberg Cabernet Sauvignon, tenuta proprio da Alois.

Nella terra dei vini bianchi, da oltre 30 anni spicca il vigneto Römigberg, noto da secoli col toponimo di “Cor” (cuore in latino). Grazie ad una coltivazione gestita rigorosamente col metodo biodinamico, dove la convivenza fra l’uomo, le piante e gli animali svolge un ruolo determinante, insieme alle favorevoli condizioni climatiche, alla composizione dei terreni e soprattutto alla mano del vigneron si ottiene un elegante, armonico, ricco, complesso e mai opulento Cabernet Sauvignon, tra i migliori in circolazione.

Il 1993 è elegante, fresco ma composto, di ottima struttura, dall’evoluzione incredibile che non è arrivata ancora a fine corsa. Scommettiamo che tra 10 anni saremo ancora qui a tesserne le lodi. Il 1997 è più maturo, completo, meno strutturato. Una nota chinata prevale sulle altre sensazioni. Un vino che ha raggiunto proprio in questo ventennale la sua espressione migliore. Un 2000 dal frutto rosso “spiritoso” accompagnato da menta piperita e nota balsamica, un vino che sfreccia veloce col vento nei capelli, ne farà di strada, ma già oggi dà la paga a tutti gli altri. Un caldo 2003 che si fa un po’ pregare prima di venir fuori, un fiore che pian piano sta sbocciando, meno erbaceo e più “cioccolatoso”, danza leggiadro in grande equilibrio tra sapidità, tensione e grande persistenza. L’elegantissimo 2006, un tannino e una freschezza che fan prospettare una lunga e lenta evoluzione. Il godereccio 2008 è già pronto da bere, un giovincello cresciuto molto in fretta. L’immaturità del 2011, un cavallo di razza che scalpita, una potenza non ancora controllata, un finale amarognolo non ancora ben integrato con il resto, bisogna dargli tempo per crescere.

Solito imbarazzo nella scelta dei migliori assaggi, eccone alcuni.

Iniziamo da Eperny nel cuore della Champagne, dove da quasi due secoli Boizel produce le sue famose bollicine, sempre più conosciute in Italia grazie ai Feudi Di San Gregorio che ha deciso di importarli e distribuirli per diverse ragioni. Una famiglia di produttori arrivati alla sesta generazione, una Maison non troppo grande (circa mezzo milione di bottiglie prodotte), nelle degustazioni alla cieca sono sempre piaciuti a tutto il Team di Capaldo, ma soprattutto, da quel lontano 1834, hanno un rapporto personale e diretto con i contadini di quei luoghi da dove conferiscono le uve e che sono cresciuti insieme a loro. Il Brut Réserve (55% Pinot Nero, 30% Chardonnay,15% Pinot Meunier) è il loro prodotto di ingresso e anche quello che più li rappresenta. Almeno tre anni sui lieviti, un 30% di vini riserva per uno champagne fresco e con un bel bouquet floreale e fruttato. Il Blanc de Noirs, 100% Pinot Nero, lo si può definire molto “didattico”, potenza e eleganza tipica del vitigno, 4 anni sui lieviti, una grande morbidezza, sapido ma molto accessibile al palato dei consumatori italiani, non abituati alle acidità eccessive. Il Blanc de Blancs, 100% Chardonnay della Côte des Blancs, un Grand Cru seppur non specificato in etichetta, 4 anni sui lieviti per un vino tagliente, senza compromessi, minerale e infinitamente lungo. Infine l’intenso e complesso Ultime Extra Brut (50% Pinot Nero, 37% Chardonnay, 13% Pinot Meunier), il non dosato dal lungo affinamento (circa 8 anni).

Dai Colli Orientali del Friuli, Aquila del Torre, l’azienda biologica della Famiglia Ciani, 18 ettari vitati e altri 66 a bosco tutti accorpati in un unico fondo. At Friulano 2015 fermenta con lieviti indigeni, circa il 30/40% della massa fermenta in botti grandi da 30 hl, un Tocai molto materico che matura circa 12 mesi sulle fecce fini e gioca molto sulle ammandorlate alternanze Bitter&Sweet. Il Sauvignon Blanc AT 2015 per niente vegetale, ma caratterizzato da aromi di frutta tropicale, fiori bianchi e gran mineralità. Oasi Picolit 2015 è un vino bianco secco. Solo tre ettari, un misto di vigne nuove e vigne vecchie da mezzo secolo. Fermentazione in legno, un anno sulle fecce fini ed un residuo zuccherino di circa 8 g/l per non perdere il varietale del vitigno. Un vino molto gastronomico. Terminiamo con l’anteprima del Solsire Refosco dal peduncolo rosso2014, in vendita alla fine dell’anno, speziatura e freschezza le sue doti principali.

Nella galassia Antinori, Tormaresca rappresenta l’identità pugliese, ma anche il rispetto per la storia di questa terra da parte del Marchese. Pietrabianca 2015 (90% Chardonnay, 10% Fiano) matura 5 mesi in barrique di rovere ma che non sovrasta gli aromi floreali, un vino ricco, polposo, strutturato, rotondo ma soprattutto dal lunghissimo finale. Il Torcicoda 2014 è un Primitivo IGT Salento prodotto nella cantina di S. Pietro Vernotico (Br), nello stile si rifà di più al Primitivo di Gioia del Colle, lavorando così più su finezza, eleganza, verticalità e freschezza. Il Bocca di Lupo 2012 è l’Aglianico che strizza l’occhio all’eleganza del Pinot Nero ma con le spalle belle larghe. Un’interpretazione diversa ma sempre autentica. Un vino dal grande potenziale d’invecchiamento.

A Marciano (GR) su di una collina a 500m s.l.m. con un unico vigneto che guarda il mare e l’Argentario nascono le 8.000 bottiglie prodotte da una piccola cantina-boutiquea maremmana, Poggio Cagnano. Selvoso 2014, 50% Ciliegiolo, 40% Sangiovese e 10 % Merlot, vinificati separatamente, 12 mesi in barrique e tonneau di secondo e terzo passaggio, riassume i sapori e i profumi della Maremma più autentica, piccoli frutti rossi, erbe aromatiche, una bella freschezza ma soprattutto una piacevole beva. Altaripa 2014, Sangiovese dalla bassissima resa (circa 30 ettolitri per ettaro), vinificato in acciaio, macera per ben 40 giorni, elevato in tonneau per circa 15 mesi (20% nuovi) di rovere francese, botti “cucite su misura” sui loro vini dalla Tonnellerie de l’Adour. Elegante, dal tannino setoso e finale molto persistente, un vino di grande equilibrio. Arenario 2013, 40% Cabernet Sauvignon, 40% Merlot e il restante Sangiovese, vinificazione e maturazione come Altaripa, intenso, complesso, strutturato e dal tannino ancora un po’ ruvido. Il meglio deve ancora venire ma ne sentiremo delle belle!

Luca Sanjust, terza generazione della famiglia Bazzocchi-Sanjust, oggi alla guida di Petrolo, crede che nelle grande storia passata di oltre tre secoli vi sia scritto il futuro della Val D’Arno di Sopra. Per questo ha tanto lavorato, insieme ad altri vigneron, alla “rinascita” della DOC, perché in fondo si tratta di una ri-nascita visto che già nel 1716 il Granduca di Toscana Cosimo III de Medici divise la Toscana in 4 zone vitivinicole di pregio: il Chianti, Carmignano, Pomino e la Val d’Arno. Bòggina Bianco 2015, IGT Toscana, è la seconda annata del nuovo grande vino bianco di Petrolo, prodotto da piante di Trebbiano del Valdarno di oltre 40 anni del cru Poggio. Nato sì dalla convinzione che il territorio della tenuta di Petrolo (circa 270 ettari tra i 250 e i 500 metri s.l.m.) e la Valdarno in generale abbiano condizioni eccezionali per produrre Trebbiano in purezza di grande qualità, ma soprattutto dall’incontro con Lucien Le Moine (Mounir Saouma) grande produttore in Borgogna, che ha ispirato, guidato e dato preziosi suggerimenti durante le varie fasi di lavorazione, sia in vigna che in cantina. Lo stesso Lucien ha scelto e fatto realizzare le due barrique dove il Trebbiano fermenta e matura per quasi due anni “sur lie”. Solo 500 bottiglie prodotte oltre ad una cinquantina di magnum. Elegante, leggermente più sottile rispetto alla prima annata ma di grandissima persistenza. Bògginanfora 2015, 100% Sangiovese DOC Val d’Arno di Sopra dal Cru di Sangiovese più equilibrato della Tenuta, la Vigna Bòggina. Fermentazione e maturazione nelle anfore di terracotta di Artenova, la macerazione è molto lunga, circa 6 mesi, in modo da proteggere naturalmente il vino senza aggiungere solfiti. Probabilmente l’anfora ha “domato” questo Sangiovese, già pronto, morbido e dalla trama tannica molto fine, interessante la freschezza della beva. Torrione 2014, Sangiovese (80%) con un pizzico di Merlot (15%) e una spolveratina di Cabernet Sauvignon (5%), dal 1988 rappresenta un po’ l’essenza di Petrolo, lo Château della Val d’Arno che sa di spezie e di mare. Galatrona 2014, l’iconico Merlot, prende il nome dalla torre in rovina che si trova sulla cima della collina nella parte alta della tenuta. In un’annata molto difficile (14.000 bottiglie prodotte rispetto alle solite 25.000) ha saputo lo stesso tirar fuori il meglio di sé, giocando molto di più sull’eleganza che sulla struttura.

Per oltre 25 anni Klaus Reimitz ha contribuito all’ascesa di uno dei vini simbolo del Chianti, il Pergole Torte di Montevertine. Ritiratosi nel 2006 per approfondire ancor di più la conoscenza del Sangiovese, andando alla ricerca dei suoi segreti più reconditi, Klaus insegue il sogno di produrre finalmente il suo personalissimo Sangiovese in purezza. Così insieme ai figli Thomas e Tancredi dall’annata 2011 produce il Reimitz IGT Toscana. Al Summa era presente l’annata 2013, un solo ettaro, fermentazione in acciaio, 27 mesi in botte ovale di rovere alsaziana da 15 hl, si impone per un elegantissimo bouquet fruttato in perfetto equilibrio con la sua freschezza anche nei vini ancora giovani. #UnPiacerediSangiovese!

Chiudiamo questo Summa nel cuore delle Colline del Gavi e nelle Langhe dove la famiglia Rossi Cairo ha deciso di insediarsi per seguire le sue divin passioni. Il Gavi 2016 e il Gavi Riserva Vigna della Madonnina 2014 de La Raia vogliono entrambi rinnovare la grande tradizione vitivinicola della zona. Il primo ha un bouquet molto intenso e elegante di fiori e di frutta, è un Gavi più tradizionale. Il Cortese della riserva è raccolto leggermente in surmaturazione, al naso è più complesso mentre al palato stupisce per sapidità e persistenza. Dal 2015 la Tenuta Cucco di Serralunga d’Alba fa parte dei tenimenti di famiglia. Il Langhe DOC Nebbiolo 2015, solo acciaio, dal frutto rosso fresco e croccante. Lamponi, fragoline ed erbette di montagna per un Nebbiolo vivo, vivace. Il Langhe Rosso 2014 (Nebbiolo, Barbera, Merlot e Cabernet Sauvignon) matura per 1 anno in barrique (eccetto il Nebbiolo) per dare quel tocco in più di rotondità che piace molto ai mercati esteri, un vino molto immediato e di facile beva. Barolo Cerrati 2012, tra i Cru più vocati di Serralunga, commercializzato per ora solo da Tenuta Cucco. 12 mesi in Barrique e 12 mesi in botti grandi, un Barolo fatto e finito molto canonico. Barolo Cerrati Vigna Cucco Riserva 2010 di grande ricchezza e concentrazione, i 3 anni in barrique lo ingentiliscono rendendolo molto elegante, un barolo da invecchiamento seppur stupisce per la prontezza e facilità della beva.

L’essenza di SUMMA si riconosce anche nell’impegno verso il sociale. Pertanto anche quest’anno grazie al contributo dei visitatori e di vari ospiti presenti alla manifestazione sono stati raccolti circa 8.000 euro da devolvere all’associazione umanitaria Casa della Solidarietà di Bressanone, che da quindici anni aiuta le persone in difficoltà, in situazioni d’emergenza, tra cui profughi, malati psichiatrici gravi o persone affette da dipendenze.

[Photo Credit: Antonio Cimmino]

 

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