La discesa dei “Lombardi” a Zena

Con lo scopo di presentare la Lombardia e la sua carta dei vini si è tenuta a Genova, lo scorso 18 febbraio, l’evento organizzato dall’associazione Go Wine in collaborazione con AS.CO.VI.LO, associazione consorzi tutela vini lombardi  e la presenza del Movimento Turismo del Vino, con il presidente della sezione Lombardia, Carlo Giovanni Pietrasanta, e il Direttore della sezione Liguria.

Le aziende invitate alla serata, molte delle quali legate al Movimento Turismo del Vino, hanno presentato diverse etichette in degustazione.

Presenti le quattro DOCG lombarde, ad eccezione di Franciacorta (non chiaro se assenza giustificata o meno), una quindicina di DOC e diverse IGT.

Il mio viaggio inizia nell’Oltrepò Pavese, dall’azienda agricola Travaglino, con il Metodo Classico Millesimato Cuvée 59 Brut, 24 mesi di permanenza sui lieviti.

Travaglino_Cuvèe59_2Prima di assaggiarlo mi sono chiesto il perché del 59! E di spiegazioni ne ho avute diverse. La composizione del blend, 5 parti di chardonnay e 9 di pinot nero, il mappale del vigneto, il numero impresso sulla vasca di fermentazione. Misterioso rimane il vero motivo, mi sembra quasi lo stesso enigma dell’uovo o la gallina, chi sarà nato per primo?

Mi sono concentrato così su quello che mi trasmetteva, alla vista si presenta di un colore giallo paglierino, brillante e con un perlage fine e persistente, sentori di frutta esotica accompagnati da note agrumate , nocciole tostate, vaniglia e rovere (lo chardonnay fermenta in barrique) e finale con crosta di pane. Fresco, sapido, intenso e con una lunga persistenza in bocca.

Travaglino_Monteceresino2Per un amante del genere è stato naturale il passaggio all’altro metodo classico offerto da Travaglino, il Millesimato Montécerésino Brut CRUASÉ.

Pinot nero in purezza, sempre 24 mesi in bottiglia sui lieviti e 4 mesi in bottiglia dopo la sboccatura, dal colore rosa cerasuolo intenso, cristallino, ed un perlage fine e persistente. Al naso è intenso, elegante e complesso, floreale (rosa, garofano) con sentori di piccoli frutti rossi (ribes rosso, lamponi, fragoline e cassis), frutta secca, crosta di pane e qualche sentore vegetale. In bocca è fresco, di buona alcolicità, morbido e leggermente sapido. Risulta quindi molto equilibrato con una buona persistenza aromatica. Molto piacevole il retrogusto di mandorla amara.

Il metodo classico dell’Oltrepò mi ha condotto infine al banco con Calatroni e Manuelina.

CalatroniCruase2L’Azienda Agricola Calatroni era presente con il suo Cruasé Pas Dosé, nome derivante dall’unione del termine francese “cru” (selezione) e “rosé”  in cui la”a” fa da congiunzione, un rosé naturale (Pas Dosé, Dosage zero, Nature, …) DOCG da uve Pinot nero ottenuto attraverso il Metodo Classico. L’idea del nome deriva dal fatto che Cruà era l’antico nome del vitigno/vino per eccellenza prodotto in Oltrepò Pavese tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700.

Il Cruasé Pas Dosé di Calatroni trascorre almeno 30 mesi di affinamento sui lieviti, si presenta di colore rosa tenue, con perlage fine e persistente, al naso è intenso floreale (rosa, mughetto), frutti di bosco (ribes, mirtillo e fragoline), agrumi (arancia, limone, cedro) note vegetali e pasticceria. In bocca risulta sufficientemente equilibrato, con una buona acidità e sapidità.

Manuelina137_2L’azienda Agricola Manuelina invece era presente con il suo metodo classico Pinot nero Brut “137” in purezza ma vinificato in bianco, con 24 mesi di affinamento sui lieviti. Il numero 137 rappresenta la mappa catastale del territorio di Santa Maria della Versa in cui vi è il vigneto. Di colore giallo paglierino chiaro, con una discreta persistenza del perlage, al naso è abbastanza complesso con profumi fruttati di pera note di lievito e crosta di pane. Presenta profumi di frutta secca, molto più evidenti in bocca (retrogusto di mandarla amara), insieme a note minerali. E’ piacevolmente sapido, acidità molto spiccata, che lo rende non molto equilibrato.

Lasciato il pavese mi sono diretto verso la provincia di Sondrio, meglio conosciuta come La Valtellina, zona alpina della Lombardia attraversata dal fiume Adda dove il Nebbiolo, che in questa zona è conosciuto come Chiavennasca, è coltivato su terrazzamenti protetti da muretti.

Ho trovato tutte le denominazioni, Valtellina Superiore (DOCG), Sforzato di Valtellina (DOCG), Rosso di Valtellina (DOC), e Terrazze Retiche di Sondrio (IGT), comprese tutte o quasi le sottozone del Valtellina Superiore.

Rivett&Lauro2Nonostante si trovi in terra di rossi, da Rivetti & Lauro ho iniziato con il bianco trovando una delle più belle sorprese della serata. Un Nebbiolo 50% e Pignola 35% vinificati in Bianco e il restante 15% di Sauvignon, il Calis (cioè calice) IGT Terrazze Retiche di Sondrio, dal profumo inteso fruttato e con note minerali, alla cieca un elegantissimo vino rosso importante e molto fresco e persistente. Poi sono passato ai rossi, sempre IGT Terrazze Retiche di Sondrio, il Sotamà (cioè alla portata di tutti) e il Cormelò (cuore del merlot).

Il primo Nebbiolo 90% e Shiraz 10%, profumi di vaniglia e frutti rossi, presenza di un tannino molto morbido ed equilibrato grazie proprio all’aggiunta di Shiraz. Mentre il secondo è un blend Nebbiolo e Merlot al 10%. Anche qui forte componente di frutti rossi, con un corpo più strutturato.

Rivetti&LauroMagnum2Ed ecco il Valtellina Superiore Uì (vino), nebbiolo in purezza, il 30% di parziale appassimento delle uve ne rafforza il corpo e i profumi donando un coloro rosso granato intenso. Al naso elegante e complesso, con profumi che spaziano dal floreale alla  frutta matura , dal vegetale allo speziato.

In bocca di buona struttura che dà una sensazione di pienezza, molto elegante, caldo e tannico. Un finale molto persistente.

Non posso che concludere la visita da Rivetti&Lauro con lo Sforzato dell’orco, e le sue bellissime etichette, disegnate personalmente dalle giovani generazioni della famiglia!

Da segnalare un altro produttore Valtellinese, Pietro Nera con la sua Casa Vinicola Nera.

Il suo Inferno Éfesto 2010 è di colore rosso rubino brillante che con l’invecchiamento tende al granata. Profumo fruttato con sentore di lampone con leggere sfumature di violetta. Sapore armonico, sapido, persistente ed elegante

PietroNera2Il Sassella Alisio 2009, è di colore rosso rubino che con l’invecchiamento tende al granata. Profumo intenso con sentore di viola. Sapore armonico, sapido, persistente ed elegante.

Il Sassella Riserva 2006, di colore rosso rubino brillante che con l’invecchiamento tende al granata, ha profumo intenso floreale con sentore di viola, fruttato, ed una nota di nocciola. Sapore piacevolmente tannico, sapido, elegante, di notevole ma equilibrata morbidezza e persistente

Lo Sforzato 2008, di colore rosso rubino che con l’invecchiamento tende al granata, il profumo è intenso e complesso che ha origine dalla concentrazione raggiunta con l’appassimento delle uve. Gli aromi che si sviluppano lo rendono un vino austero di grande finezza ed intensità.

Spostandomi in provincia di Bergamo, mi ritrovo in Valcalepio, zona di produzione compresa nella fascia collinare che  va dal lago di Como al lago d’Iseo.

LocatelliCAffi2bDi questa zona ho degustato i vini dell’azienda agricola Locatelli Caffi, che oltre al Valcalepio Bianco DOC, pinot bianco grigio e chardonnay in parti uguali, al Valcalepio Rosso DOC, produce sia un interessante V.S.Q. metodo Charmat, Il Claudun, chardonnay 70% e pinot bianco 30%, con solforosa residua minore di 50mg/l, di bella persistenza, ma soprattutto di buona acidità nonostante il territorio, sia un Valcalepio Moscato Passito DOC prodotto 100% da Moscato di Scanzo, come l’omonima denominazione DOCG. Da segnalare un ottimo Terre del Colleoni DOC Incrocio Manzoni, dal classico profumo di mela verde.

Spostandomi in provincia di Brescia, in cui come detto il grande assente è la Franciacorta, era presenti le denominazioni Valtenesi e Garda Classico.

Ho degustato un Chiaretto Garda Classico D.O.C. 2012 di Giovanni Avanzi, colore rosa chiaretto con riflessi rubino, floreale e note di lamponi e fragole. La particolarità di questo vino e che è prodotto da uve nere vinificati in parziale contatto con le bucce, durante la notte e quindi è conosciuto anche e soprattutto con il nome “vino di una notte”

GardaChardonnayMeridianoDOC_fcbkSempre rimanendo sul Garda ma in provincia di Mantova, su colline di origine morenica, nasce la DOC Garda Colli Mantovani.

Dell’azienda agricola Ricchi, di rilievo il Garda Chardonnay Meridiano DOC, uno chardonnay in purezza sottoposto ad un breve appassimento in cassetta di circa 10/15 gg per la concentrazione degli zuccheri. Nasce così un vino dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, al naso molto intenso, complesso e persistente. Inizia con note di frutta gialla matura (pesca, banana), poi  frutta esotica (ananas), noti dolci di miele e vaniglia. In bocca strutturato, caldo, morbido perfettamente bilanciato da buona acidità e sapidità che lo fa risultare armonico.

Ho terminato questo lungo viaggio tra i vini lombardi in terra ligure con l’unica doc milanese, il San Colombano che viene prodotto su una collina tra le provincie di Milano, Lodi e Pavia. A rappresentare l’enclave milanese in terra lodigiana non poteva non esserci, Cantina Pietrasanta . Quattro i vini in degustazione: Verdea (vitigno autoctono Bianco Collina del Milanese IGT), Telchì (Vino Rosso IGT Collina del Milanese da uve Croatina 50% e Barbera 50%),  Ambroeus e San Colombano Riserva 2007

Ho dapprima degustato l’Ambroeus da uve croatina, barbera, uva rara, nella versione frizzante. Alla vista appare di un rosso rubino, al naso  floreale con profumi di viola e fruttato (frutta rossa e amarena), in bocca è fresco, abbastanza strutturato con un piacevole retrogusto amarognolo. Poi mi sono dedicato al San Colombano DOC Rosso Riserva 2007  da uve croatina 45%, barbera 45& e merlot 10%. Di colore rosso rubino intenso con riflessi granata, al naso è molto intenso e fine, frutta rossa matura (prugne, more, ciliege) , speziato, boisè con note di tabacco e cacao. In bocca è secco, rinfrescante con una leggera dominanza acida sorretta da discreta presenza tannica, leggermente sapido, di buona struttura, alcolicità e morbidezza. Nel complesso abbastanza equilibrato. Un finale persistente con un retrogusto ancora leggermente tannico e con ancora margini di evoluzione

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