PDV – WineSummer Hits #13 – ZORZETTIG, MYÒ I FIORI DI LEONIE FRIULI COLLI ORIENTALI DOC

Articolo pubblicato a luglio 2021 su IlProfumoDellaDolceVita.com  (https://bit.ly/3KIpIXi)

Il viaggio de Il Profumo della Dolce Vita coi consigli dei vini dell’estate prosegue in Friuli Venezia Giulia. WineSummerHits  #13 ci porta sui suoi Colli Orientali a Spessa di Cividale, dalla produzione integrata all’agricoltura ambientale, e dove il tempo e il rispetto della natura sono ancora un valore per la Famiglia Zorzettig.

Qualche mese fa, in occasione della festa del papà, abbiamo avuto la fortuna di fare quattro chiacchiere, seppur ancora “a distanza”, con Annalisa Zorzettig, che ci ha presentato la sua ultima fatica enoica, I FIORI DI LEONIE, un vino della selezione Myò Vigneti di Spessa. La data è stata scelta per omaggiare e ricordare suo padre, il Cav. Giuseppe, che lo scorso Natale è mancato, visto che “Tutto quello che abbiamo lo dobbiamo a Lui, e tutto in Zorzettig si riconduce a Lui.”, come dichiarato proprio da Annalisa.

La storia nel vino della Famiglia Zorzettig inizia più di 100 anni fa, nel cuore dei Colli Orientali, luogo ideale per la viticoltura grazie a un terroir e un microclima unici. Nei primi anni del secondo dopoguerra, periodo all’insegna dello sviluppo industriale, fu tra le poche e coraggiose famiglie ad investire risorse e fatiche in queste terre. Per la svolta si dovette attendere gli anni ’80, quando proprio Giuseppe legò il nome della famiglia indissolubilmente a quello della cantina.

Vigneti Zorzettig a Spessa di Cividale con sullo sfondo i Colli Orientali del Friuli

Oggi sono circa 120 gli ettari vitati, dai quali si producono in media 800.000 bottiglie annue, di cui la metà destinate all’export.

Annalisa è nata e cresciuta nelle vigne di famiglia. Già da piccola accompagnava il padre tra i filari, per poi, da grande, affiancarlo nel lavoro, fino a prendere le redini dell’azienda una decina di anni fa. Considerato l’amore che papà Giuseppe aveva per il lavoro in vigna e per il suo territorio, nel 2007 gli propone un nuovo inizio, un percorso atto a valorizzare tutto il lavoro che negli anni era stato fatto, dando sempre più maggiore importanza alla campagna, perché anche loro, come tanti grandi imprenditori agricoli, in fondo si sentono ancora oggi contadini. Puntano così sulla sostenibilità ambientale, sui vitigni autoctoni friulani e su alcuni alloctoni, come il Pinot Bianco e il Sauvignon, che sui declivi nei dintorni di Cividale sanno esprimersi ad altissimi livelli. Nasce così la linea di famiglia Myò Vigneti di Spessa.

Nonostante nel 2007 si parlasse di crisi, le cose girano per il verso giusto. I vigneti scelti per questa produzione vengono accuratamente selezionati fra i più vecchi e promettenti della Tenuta e si decide per una completa vendemmia a mano e vinificazione in purezza.

Annalisa Zorzettig

Di concerto con agronomo ed enologo si asseconda molto di più la natura, ci si dedica ai vigneti, prendendosene cura pianta per pianta, dall’impianto fino alla vendemmia. Un lavoro meticoloso e innovativo sul campo, ci si adopera per ripristinare anche tutti corsi d’acqua presenti, risistemando la parte fondiaria, comprese le colline che circondano la cantina. Si procede inoltre all’estirpo e al reimpianto di alcuni vitigni autoctoni, cambiando i metodi di potatura, oltre alla scelta di non utilizzare diserbanti.

Zorzettig, inoltre, nel 2016 aderisce al progetto regionale di difesa integrata SQNPISistema di Qualità Nazionale di produzione integrata. Si tratta di un sistema realizzato attraverso norme tecniche specifiche (disciplinari di produzione) comprendenti pratiche agronomiche e limitazioni nella scelta dei prodotti fitosanitari e del numero di trattamenti. L’obiettivo è di ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e di razionalizzare le tecniche agronomiche per la tutela ambientale, al fine di migliorare la sicurezza e la qualità delle produzioni.

Visti gli ottimi risultati, Antonio Noacco, l’agronomo, lo scorso anno suggerisce ad Annalisa di spingersi ancora un po’ più in là, proponendo un programma di analisi della biodiversità all’interno dei vigneti, un’agricoltura ambientale capace di abbracciare un ambiente vivo. Si inizia così a controllare la presenza degli organismi utili, degli insetti bio-indicatori. A ciò vengono affiancate pratiche volte a stimolare la presenza di specie vegetali spontanee e autoctone; inerbimenti spontanei per stimolare le fioriture della rosa canina, del ligustro, del corniolo, quest’ultimo proprio nell’area detta “i fiori di leonie”; lo sfalcio a filari alterni ed il sovescio solo in alcune zone; poi l’introduzione di casette che diventeranno siti di svernamento per gli insetti che ripopoleranno la zona, delle vere e proprie aree verdi ecologiche, interne ed esterne ai vigneti, di ripristino dell’habitat della zona. Un programma oggi conosciuto col nome di Biodiversity Care nato dalla collaborazione dell’azienda con l’Università di Udine.

Infine, una nuova visione incentrata sul valore del tempo inteso non solo come rispetto per la natura e il suo ritmo, come appena raccontato, ma anche come processo di evoluzione del vino stesso. Da qui l’idea di Annalisa di evolvere l’approccio ai vini bianchi della linea Myò (che aleggiava già da un po’ di anni in azienda) prolungandone l’affinamento, attendendo così non più uno, bensì, almeno due anni prima di presentarli sul mercato.

MYÒ I FIORI DI LEONIE FRIULI COLLI ORIENTALI DOC

I Fiori di Leonie è il nuovo vino della selezione Myò-Vigneti di Spessa nato con la vendemmia 2018, ad oggi l’unica in commercio, bisogna attendere ancora qualche mese per l’annata 2019. È un blend di Friulano, Pinot Bianco e Sauvignon, dedicato alla nipotina di 5 anni Leonie (figlia di sua figlia Veronica) che accompagnava sempre “Nonno Bepi” (il suo bisnonno) sulla jeep in campagna e guardando fuori dal finestrino i fiori diceva sempre “Questi sono i miei, questi sono i miei!”. Una bambina solare, positiva, nata praticamente in cantina con l’imprinting del vino. Nasce così l’idea di quest’uvaggio proprio dalle vigne dove Leonie va a correre durante la vendemmie.

Principalmente è composto dal 60% di Pinot Bianco, mentre il restante è suddiviso equamente tra gli altri due vitigni. Tale composizione potrebbe negli anni cambiare. La vinificazione delle tre tipologie di uve è separata; alla pigiatura soffice segue una macerazione a freddo di 12 ore, per estrarre il miglior corredo aromatico e ottenere freschezza. Fermentazione e affinamento sulle proprie fecce nobili per 6 mesi con batonnage settimanali sia in acciaio sia in barrique, dopodiché avviene l’assemblaggio e poi un ulteriore riposo in bottiglia prima di andare sul mercato.

Annalisa Zorzettig e sua figlia Veronica

Un vino che viene descritto dalla stessa Annalisa “Schietto, sapido, pulito, fresco e sincero come la forza della natura, la purezza e la vitalità di Leonie che è il futuro, il futuro sostenibile”. A caratterizzare l’etichetta, un fiore di ciliegio protetto all’interno del calice, che rappresenta il continuo impegno dell’Azienda nel tutelare il territorio con un occhio di riguardo alla biodiversità, indispensabile per l’ecosistema e per la bontà del vino.

Un vino che al calice si presenta di colore giallo paglierino con leggeri riflessi dorati, mela golden matura, pesca gialla, bouquet di fiori bianchi e note agrumate, le sue sensazioni olfattive. Al palato è intenso e armonico, persistente, sapido e cremoso.

Per gustarlo al meglio servire ad un temperatura di 10° – 12°C in un calice di media apertura per vini bianchi di media struttura. Ottimo da bere oggi, ma in grado di evolvere e dare soddisfazione anche tra dieci anni.

ZORZETTIGVINI.IT
Crediti Fotografici: Zorzettig di Zorzettig Cav. Giuseppe s.s.a.

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